Symphonia Perusina Sandro Volta Francesco Moi (harpsichord), Virgilio Bianconi (baritone), Maria Pia Moriyon (mezzo-soprano) L’Intermezzo “Il Giocatore” del bolognese Giuseppe Maria ORLANDINI (Bologna, 1675 o 1688- Firenze 1760) è, accanto alla “Serva Padrona” di Giovan Battista Pergolesi ed alla “La Zingara” di Rinaldo da Capua, uno degli esempi più riusciti di quel genere “buffo” che ebbe ampio sviluppo ed utilizzo all’interno dell’Opera Eroica del Settecento,probabilmente durante i cambi di scena fra i differenti atti. Il fatto che l’Intermezzo stesso, pur nella sua assoluta unità formale e temporale, sia suddiviso in tre parti, con la dicitura “tre intermezzi”, può avvalorare l’ipotesi di quest’uso. Sta di fatto che l’intermezzo acquisì, e rapidamente, una propria autonomia e dignità artistica a tal punto da riportare veri e propri trionfi, fenomeno italiano, anche in terra straniera (la nota Querelle des Buffons che tra il 1752 e il 1754 a Parigi contrappose lo stile “buffo” italiano alla “tragédie lyrique” francese deve molto all’opera in questione), aprendo la strada a quel nuovo teatro in musica che Gioacchino Rossini portò a meravigliosi livelli di ritmo e stile. Oggi poco frequentato, Orlandini fu uno dei massimi operisti del suo tempo: Napoli, Amburgo, Parigi, Londra e S.Pietroburgo lo rappresentavano con successo, con tanto di apprezzamento di Burney e del francese De La Borde, il quale lodò Orlandini, in particolare, per l’intermezzo “Il Giocatore”.