Testo intraducibile – e per lungo tempo in-tradotto – il “Finnegans Wake” di James Joyce è una di quelle opere ammantate da un misterioso sperimentalismo che ha affascinato (e continua ad affascinare) intere generazioni di critici e appassionati di letteratura, così come di musicisti e poeti che in quella sonorità “modernista” hanno trovato lo spunto per dar voce ai panorami della modernità narrata e suonata. Torna buono quello spunto anche per i due Dhau, alias Pietroluca Congedo (apparato percussivo ed elettrofonie) e Luca Barbieri (registri vocali), che rileggono – e si tratta proprio di rilettura – “Anna Livia Plurabella” e “I Fiumi scorrono”, ovvero due estratti di Joyce tradotti in italiano dallo stesso autore e pubblicati da Curzio Malaparte sulla rivista “Prospettive” nel 1939. Un reading emozionale che si appoggia ad un linguaggio musicale molto attento agli aspetti perfomativi, posturali e corporei della voce. Scrittura e improvvisazione, movimenti a ventaglio e potenza dell’amplificazione di quello stream of consciousness che pervade il testo joyciano. La voce di Barbieri si insinua con una forza inaspettata tra le pieghe di un testo la cui polisemia forse non può che essere colta se non attraverso una guida sul suono delle parole più che sul loro significato. “Dietro” – secondo una prospettiva più letteraria che acustica – un ricco prontuario rumoristico-percussivo che si rivela il perfetto contraltare sonoro, multiforme, poliritmico, destabilizzante, tra percorsi strutturati, eppur così apparentemente destrutturati, e improvvisazioni così legate al ritmo del testo da riuscire a dar il senso di partitura alle intricate parole di Plurabella, più che ad ogni altra scrittura. “Ma con me suona la torza rima? Dalle la stura”. 2012 © altremusiche.it Dhau Pietro Luca Congedo, appareil percusif, électrofonie Luca Barbieri, registres vocaux