L’Europa borghese del XIX secolo vive i sussulti dei suoi eroi d’opera, come altrettante peripezie sacre, in un’era contrassegnata dal declino della religione cattolica, tutte le passioni si rifugiano sulle scene delle nuove chiese che una classe sociale si erige da sola. A parte le fabbriche ed i musei, i teatri d’opera sono le sole testimonianze di architettura civile di cui approfittano le città. In Italia, come altrove, il gusto di costruire per sé prevale su quello di costruire per la cittadinanza. Ma in Italia, più che altrove, tutto è governato dall’opera. Evidentemente, nessuno ignora che la fortuna di Gioacchino Rossini (1792-1868), Giuseppe Verdi (1813-1901) o quella di Giacomo Puccini (1858-1925), fu, dal punto di vista scenico, considerevolmente migliore. Nel rappresentare tre epoche dell’opera italiana, essi misurano tre modi di affrontare la composizione strumentale per evitare la scomparsa totale della musica pura.